SANTISSIMA VERGINE DEL ROSARIO AVVOCATA DEI PECCATORI

è un vero scrigno artistico. Fu edificata accanto all’orto dell’Abate e della cappella dell’Immacolata, subito dopo la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) per interessi di due sacerdoti: don Sisto Troccoli e don Andrea Marotta (1575). Per la cura di questa chiesa si costruì la confraternita del Rosario che si occupava soprattutto della sepoltura dei confratelli e della cura delle vedove. Fu abbellito delle famiglie tramutolesi. In seguito ad un incendio nel 1671, i confratelli la restaurarono affidandosi allo scultore MASTRO LARAIA DELLA TERRA DI LAURENZANA. Scultore, intagliatore aveva prestato la sua opera a Roma, Orvieto, Firenze, e persino a Torino. Si può affermare che in questa Chiesa il Vangelo è ben rappresentato artisticamente. La pittura era considerata la scrittura dei poveri e per intuizione di S. Domenico di Guzman (una volta c’era anche la sua effige) i punti salienti del Vangelo furono suddivisi in misteri. I misteri gaudiosi (gioia), del dolore, della gloria. Il lunedì e il sabato si recitano quelli della gioia; il martedì e il venerdì quelli del dolore, il giovedì quelli della luce e i misteri gloriosi il mercoledì e la domenica. A rendere ancora più prezioso il racconto del Vangelo è il portone. La PORTA nel Vangelo è Gesù e per molti artisti e teologi del passato, la porta rappresentava la separazione tra il sacro e il quotidiano. Il passante nel guardare la porta veniva introdotto alla realtà mistica. E il nostro Mastro Linardo pensò bene di realizzare questa porta con formelle che rappresentavano la Passione: il calice, il volto di Gesù, la corona di spine, la lancia, la borsa con i 30 denari, la veste consunta, la scala, la colonna, la canna con la spugna, i chiodi e il martello. In altre formelle ammiriamo Angeli e fiori. I fiori oltre alla bellezza rappresentano la caducità della vita. Si legge nella Bibbia: ricordati che la vita è come il fiore del campo. Lo investe il vento e più non esiste.

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